martedì 12 novembre 2013

Una Croce senza Cristo




Il risveglio di Caserta ha una data; il 9 Novembre 2013. E' una data che entrerà nella storia ma non è purtroppo, come quasi tutte le date storiche, un evento di festa e di letizia. Sono venuto in macchina fino alla Stazione in compagnia di mio figlio maggiore, il quale si è unito al gruppo “Giovani Jesus”, giunti col treno.

Gruppo Giovani Jesus di Marcianise
Dopo averlo dunque lasciato  in compagnia degli amici mi sono avviato verso piazza Pitesti, nei presi della chiesa dedicata al Buon Pastore, luogo scelto per il concentramento, arrivando verso le 9:30. La piazza era stata appena inumidita da una lieve pioggerellina che rapidamente si stava asciugando sotto i raggi di un tiepido sole. La splendida sagoma gialla della chiesa del Buon Pastore dava un senso di gradevolezza, spiccando sul verde della Piazza, già presidiata da alcune centinaia di persone di varie associazioni. Mi avvicino immediatamente al gruppo numeroso “La Nostra Terra” di Marcianise, poi notando i ragazzi del servizio d’Ordine, tutti in maglietta bianca con su scritto “Caserta vuole vivere”. Mi avvicino e inizio a fare conoscenza,  con i ragazzi.  Avevo già deciso di fare questo post e quindi stavo raccogliendo informazioni ed impressioni e mentre sto la a guardarmi attorno e a prendere appunti, vedo un mio conoscente della protezione civile, pronto anche lui a fare la sua parte nel servizio d’ordine. Mi conduce da comandante che mi concede una piccola intervista spiegandomi come la manifestazione era nata su iniziativa di Don Antonello Giannotti per rispondere ad una esigenza morale, e che era stata raccolto l’invito da tutte le diocesi della provincia di Caserta che si sono attivate per portare una rappresentanza. L’invito era stato anche esteso a tutte le scuole.
La partenza del corteo, ore 11:00
Il corteo avrebbe dovuto avere le seguenti caratteristiche: In apertura una croce di legno, senza crocifisso a simboleggiare le croci e le sofferenze di tutti i malati e i loro familiari. Subito dietro c’era l corteo dei malati ed in particolare dell’UNITALSI;  Il clero,  rappresentato da Don Angelo Spinillo, vescovo di Aversa e Amministratore Apostolico di Caserta, dopo la morte per un cancro al cervello del vescovo Pietro Farina. Seguivano poi le scuole e i vari cittadini raggruppati o meno in associazioni di tutta la provincia.
Di Marcianise era presente in forze l’associazione Nostra Terra, poi la omonima di Macerata Campania e Recale ed infine la neonata di Caserta. Altra associazione presente in forma massiccia è il gruppo Giovani Jesus della parrocchia di San Giuliano Martire. Una piccola rappresentanza anche del Comitato Fuochi Sezione Marcianise. Numerosissima la partecipazione dei rappresentanti  del Movimento 5 stelle, di tutta la provincia, a testimonianza di una battaglia da molti di loro intrapresa nelle associazioni in tempi nei quali il M5S non era ancora stato scelto per portare più in alto questa sacrosanta e vitale lotta.

Almeno 50.000 persone, in maggioranza studenti che hanno percorso, con vari  linguaggi ed espressioni le strade di Caserta, come per esempio le associazioni di migranti, che cantavano e suonavano tamburi, i più poveri tra i poveri, fuggiti da una guerra o dalla fame che li stava uccidendo e finiti invece in un’altra guerra che invece delle pistole usa veleni e tossine al pari di armi chimiche, in grado di danneggiare irreparabilmente il DNA anche purtroppo delle generazioni future. Una guerra non dichiara, ma frutto dell’ingordigia umana e della sua illusione di dominare il mondo.
Fischietti, slogan vari, i cori dei tantissimi giovani e ragazzi che hanno veramente fatto la differenza qualitativa e quantitativa rispetto alle “vecchie” manifestazioni, appannaggio di pochi pazzi allarmisti posti all’indice dalla società perbene e dalla politica camorristica/affaristica che purtroppo ancora ha intatto il suo consenso. Unica magra consolazione è che ora si ha il coraggio di chiamarla col suo nome. Criminale.


Cosa c’è da fare ora? Di cosa rammaricarsi? Per primo c’è da dichiarare senza false pretese che oramai per molte zone è troppo tardi. Le vecchie cariatidi della politica per non perdere quello che é per loro è un diritto acquisito, prometteranno bonifiche, ne inizieranno tante e saranno magari fatte a pioggia e nulla potranno portare a termine. Io da loro non voglio nient’altro che se ne vadano e lascino ai nuovi cittadini l’onere di riparare al genocidio che essi hanno provocato e consentito. Non è possibile che chi per anni ha mischiato la sua faccia con chi ha portato avanti questo scempio si arroghi il diritto di scegliere i luoghi e i modi delle bonifiche. Non mi posso fidare che questo non venga fatto con i soliti metodi che hanno contribuito e foraggiato il disastro.  Cosa fare dunque? Mandarli tutti a casa, possibilmente circondariale.
Ma più importante è informare la popolazione che anche i nostri comportamenti possono a volte contribuire allo scempio. I rifiuti intombati o sepolti vengono in maggioranza da fuori regione ma il malaffare e l'economia sommersa, che pure ha come acquirenti a volte grosse griffe, mentre le eccedenze finiscono sulle bancarelle, vengono prodotti in centinaia di fabbrichette che e pur vero che danno lavoro ma contemporaneamente producono rifiuti altrettanto illegali delle borsette e scarpe. Rifiuti che vengono spesso abbandonati nelle campagne e diventano letto di combustione per quello che è evidente a tutti perché tutti vedono: gli enormi roghi tossici che hanno dato a questo angolo di mondo il nome di Terra dei Fuochi. Per ogni chilo di merce "buona" almeno cinque chili sono scarti e rifiuti inutilizzati.  E paradossalmente proprio a questi fuochi che dobbiamo lo scoperchiamento della cloaca e l'evidenza del genocidio commesso. E questo che bisogna insegnare a tutti affinché si abbia vera consapevolezza.
Queste stesse parole sono state pronunciate dai vai ospiti i quali a turno dai porticati del municipio hanno espresso il loro messaggio alle decine di migliaia di astanti che riempivano come un fiume in piena Piazza Vanvitelli. Purtroppo causa la lunghezza del corteo non ho potuto sentire dall'inizio tutti gli interventi.
L'intervento di Padre Maurizio Patriciello
 Padre Maurizio Patriciello: Ha sottolineato che la camorra i veleni non li possedeva ci sono tante persone che vogliono fare le “verginelle”, ha detto. Confindustria deve dare risposte. Ha ricordato che i materiali delle bonifiche di Cengio sono finiti a Giugliano. Non Giugliano è andata a Cengio ma Cengio è venuta a Giugliano, forse in riferimento alla propaganda razzista del regime che per anni e ancora oggi discredita il sud e i meridionali in nome di una presunta superiorità di civiltà e pulizia del Nord. La politica ha le sue colpe, deve fare la sua parte. Bisogna incrementare le pene, non basta una semplice multa ma confiscare i beni dei camorristi e usarli per le bonifiche. Tracciare i rifiuti con il SISTRI,  attivare la video sorveglianza. Oggi siamo un popolo, ma soprattutto gente che soffre. E’ una vergogna che tanti processi iniziati si siano poi risolti per prescrizione.
Mentre ancora stava parlando giunge una cattiva notizia: Sembra che il Generale Costa, che tanto bene sta facendo alle nostre terra,  lo vogliono sostituire e questo è il classico metodo della politica che non vuole che si faccia qualcosa. Non una pallottola ma una promozione ma il risultato è lo stesso chi fa bene il suo lavoro deve smettere.

L'intervento di Mons. Angelo Spinillo
Monsignor Angelo Spinilo ha spiegato come noi tutti ci siamo fatti abbagliare da una falsa idea di progresso. Bisogna rivedere tutto il sistema produttivo e sociale. Bisogna passare da un sistema competitivo ad uno inclusivo. Non dobbiamo farci abbattere dalla cultura dello scandalo ma farci guidare dalla cultura dell’accoglienza.




Monsignor Raffaele Nogaro, ex vescovo di Caserta, malato da anni di leucemia, quindi anch'esso portatore di croce, ha avuto la sfortuna che il microfono non funzionava e poco si è potuto ascoltare dalla sua voce coperta di manifestanti che continuavano a riempire Piazza Vanvitelli e a scaglioni annunciavano scandendo slogan e suonando strumenti il loro esserci. Qui ho visto proprio la mano del signore che ha fatto in modo legando le poche parole che trapelavano a scatti dagli altoparlanti fossero tutte cariche di significato:  La chiesa ha preso il cammino della liberazione verso la salvezza. Come già Gesù è scesa per le strade. Gesù ha fatto come i preti oggi.

Dopo la manifestazione si è sciolta e sono andato sotto i porticati del municipio e ho incontrato padre Alex Zanotelli, ll cui intervento non ho purtroppo ascoltato. In seguito una delegazione è salita su dal sindaco e dalla istituzioni e qui sono andato via.

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