sabato 14 gennaio 2012

La biblioteca del convento dei frati minori

            Il convento dei frati minori di Marcianise ha dato lustro nei secoli alla nostra cittadina. E’ stato visto come il simbolo del prestigio che Marcianise ha raggiunto progressivamente superando in importanza i casali vicini. I Frati Minori Riformati di S. Pietro d’Alcantara, vi giunsero nel 1749 e a questa data possiamo far risalire l’istituzione della loro biblioteca, che comprendeva i primi sette libri personali che costituiva il bagaglio di cultura di ogni buon frate.
Da questo primo minuscolo seme nei secoli a venire, grazie a generose donazioni fatte dalla corona o da anonimi benefattori, acquisti e anche, si suppone trasferimenti da altri conventi e case del clero chiuse, si arriva ad oggi con un patrimonio librario che supera di poco i 3000 volumi. Essi coprono un arco di tempo che va dal 1542 ad oggi.
Il lavoro di catalogazione è stato effettuato, grazie ad un software creato appositamente, e riguarda  circa il 90% del totale dei volumi. Ad occuparsene per vari anni dei volontari, che con cura e dedizione hanno provveduto a estrarre dagli involucri nei quali giacevano da circa 80 anni i libri e a issarli nell’attuale collocazione e a riempire le schede elettroniche. Volendo provare a ricostruire la storia di questa biblioteca, dobbiamo subito dire che non sappiamo quasi nulla di sicuro. Infatti mancano quasi del tutto fonti scritte che ne segnalino la consistenza e gli apporti durante i secoli. Inoltre pochi libri hanno un timbro di appartenenza e nessuno risulta appartenere direttamente al convento. Abbiamo però due punti fermi che ci possono aiutare a capire: Il primo in ordine di tempo è una lista manoscritta datata ottobre 1806, in periodo napoleonico dunque nel quale si fa un censimento della biblioteca, ma da un primo esame sommario sembra impossibile che su quei fogli ci siano tutti i 3000 volumi attuali, quindi mancano all’appello parecchie centinaia di titoli. Il secondo punto fermo è che molti di essi giacevano sul coro della chiesa avvolti in giornali degli anni trenta. Una ipotesi, guardando al gran numero di autori gesuiti, potrebbe essere che molti di essi provengono da qualche casa della disciolta Compagnia di Gesù. Abbiamo anche volume che reca il marchio della “Congrega della Carità di Marcianise”, libri scritti in lingua francese. Circa una ventina di essi sono stati stampati nel XVI secolo inoltre ci sono almeno circa 13 manoscritti.
Si resta ancora affascinati da ciò che continuamente si è scoperto e si scopre durante il lavoro di catalogazione. Per chi si accinge a fare questo tipo di lavoro si tratta di entrare nella mentalità degli antichi, di ripercorrere secoli di sviluppo sia collettivo che personale, infatti moltissimi libri contengono segni delle personalità che li hanno posseduti, come lettere, appunti, conti vari, o annotazioni sia riguardanti il libro stesso che personali, ma anche insetti rinsecchiti, per la precisione ragni e mosche. Ci sono segni sulle copertine che dimostrano la passione con la quale li tenevano stretti e sempre con se, infatti uno di essi se lo si prende in mano si affondano le dita dei solchi lasciati da quelle del suo possessore.
In un giorno imprecisato del secolo scorso un monaco scriveva: “Un giorno storto in mezzo hai tormenti”. Un altro monaco riceveva una lettera in “crescendo” dove alle lodi per la sua cara persona seguivano piano piano dei rimproveri anche molto forti sul suo comportamento ingiusto nel privilegiare un fratello a scapito dello scrivente nell’elargizione di favori monetari.
            Guardando quei libri  si vede che quasi tutti furono non solo letti, ma studiati ed alcuni addirittura meditati tutta una vita. Lo studio avveniva forse soprattutto di notte, a dimostrarlo alcune pagine che riportano ancora macchie di cera o addirittura bruciature dovute al fuoco di qualche candela prontamente spenta. Si dimostra così che essi prendevano molto seriamente questi studi tediosi, in contrasto con la mentalità leggera e superficiale che caratterizza l’epoca contemporanea. Gli argomenti di studio erano estremamente vari ma in maggioranza, ovviamente vertevano sulla teologia, dove enormi e prolisse opere sceveravano ogni parola della Bibbia e del vangelo; a seguire i sermoni e panegirici di autori famosi e meno famosi, ma anche molta storia, filosofia morale e generale, lingua latina e vari dizionari di francese, inglese latino. Ma anche il dizionario dell’Accademia della Crusca, a dimostrare che anche l’italiano era una lingua straniera. Seguono poi libri di astronomia, di fisica, di ottica, di geografia, scienza e non mancano i classici come il De Bello Gallico e gli scritti di Polibio.
            Ci sono anche alcuni libri proibiti, come quelli di Voltaire, con su la scritta “Questo libro è mal visto dal Papa”, e ovviamente i famosi indici, dove venivano catalogate tutte le opere pubblicate e considerate eretiche dalla chiesa cattolica. C’erano anche libri con le profezie apocalittiche dove a matita erano aggiunte le profezie di San Malachia e quelle di san Macario sulla cronologia dei papi .
            Per quanto riguarda le tipografia, si vede che la maggior parte è stata stampata tra Venezia e Napoli, ma abbiamo anche stampe francesi inglesi e tedesche, mentre la lingue usate vanno dal Latino al Volgare nonché Greco, Inglese,  Francese,  Spagnolo, Tedesco, Arabo ed Ebraico. 

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