domenica 11 dicembre 2011

Natale e razzismo


Il razzismo è quella ideologia che portata avanti da gruppi etnici o ideologie trans nazionali considera l’estraneo o straniero inferiore perché ha una cultura diversa o un aspetto fisico differente, che lo porta facilmente a distinguersi e a porsi in evidenza, in maniera negativa, agli occhi del popolo giudicante.
Bisogna fin da subito distinguere due tipi di razzismo, quello culturale, per il quale il così detto “barbaro” è da evitare e maltrattare perché portatore di modi di vita differenti  e giudicati incivili, e quello invece della razza, secondo la quale una persona di colore della pelle differente e anche ovviamente dal punto di vista culturale viene giudicato inferiore fin nella sua intimità. Delle due la prima è quella praticata dagli antichi che però offriva una scappatoia nel momento in cui il “barbaro” veniva civilizzato dalla cultura dominante. La seconda ha connotazioni del tutto moderne, ed è nata nel tempo in cui grazie ai moderni mezzi di comunicazione l’uomo bianco è in contatto con culture e popolazioni dalle marcate differenze. Alla domanda di come mai alcuni popoli non sono riusciti a superare lo stadio primitivo, la risposta è stata che non avevano i mezzi intellettivi di razza per superare lo stadio in cui si trovavano dalla notte dei tempi.  Quest’ultima è la peggiore in quanto ammantata di scientificità e la condanna per le razze “inferiori” è senza appello.
La nostra mentalità associa subito il razzismo agli Ebrei, a causa della contiguità più marcata e prolungata che con altri popoli. Essi sono stati visti nei secoli sia come portatori di una cultura diversa ed in ultimo, per giustificare la loro diversità, sono stati marchiati anche dalla scienza come razza a parte e quindi giudicata inferiore, e addirittura nemica in quanto mai sono stati in grado di assorbire la cultura dei popoli ospiti. 
Vedremo quindi come questa convivenza e questo razzismo antico abbia avuto conseguenza ed evoluzioni, ma mi soffermerò di più sul tempo delle feste Cristiane e in particolare sul Natale cristiano. Qui una sorpresa: il razzismo è reciproco e lo dimostrano tutta usa serie di norme che gli ebrei si sono date per mantenere intatta la fede pur essendo sommersi da un mare di cristianesimo. Come ogni religione con tendenza teocratica, ebraismo da sempre si era dotato di meccanismi di difesa della sua unità. La base di tali norme è nel deuteronomio e questo spiega la ferocia che essi esprimevano durante la guerra per la conquista della Palestina dopo l’esodo. Proprio grazie a queste norme fu possibile l’uccisione di Gesù e la persecuzione dei suoi discepoli e seguaci. Tale persecuzione si esplicò in maniera capillare in tutto l’Impero Romano, soprattutto nei primo secolo dell’era cristiana, grazie alla familiarità che avevano i re ebrei presso gli imperatori della famiglia Giulio-Claudia. Essa sfociò come primo atto nella strage dei cristiani accusati dell’incendio di Roma. La chiesa vincitrice uscita dalle catacombe impose agli ebrei una serie di restrizioni che ebbero una costanza di forme per molti secoli. Anche per essa la base giuridica delle persecuzioni fu il deuteronomio. La fuga verso est degli ebrei li spinse verso i territori barbari della Germania e della Russia, non li pose al sicuro dal cristianesimo imperante che presto li raggiunse. I papi e i vescovi locali, in spaventati dalle similitudini dell’ebraismo col cristianesimo, utilizzando le stesse leggi protettive della purezza religiosa, espresse dal deuteronomio,  le rivolsero contro gli ebrei, escogitando molti modi per opprimerli e spingerli verso la conversione alla nuova legge. Uno di essi era quello di farli assistere alla messa di Natale e di santo Stefano. Altro era quello di proibire loro tutti i lavori manuali durante le ore delle feste cristiane. 
In contemporanea a queste persecuzioni ecclesiastiche gli ebrei svilupparono una serie di norme, poi codificate nella Torà che proibivano ai fedeli ebrei una serie di attività a favore dei cristiani. Queste norme imponevano anche una modalità elusiva del saluto da rivolgere ad  un eventuale cristiano conoscente soprattutto nei giorni di festa:
Nel Gittin, (62a), si dice:
"L'ebreo non deve mai entrare nella casa di un Nokhri di giorno di festa per salutarlo. Comunque, se lo incontra per la strada, potrà salutarlo, ma brevemente e a testa china."
Nello Iore Dea (148,10) si dice:
"L'ebreo non deve ricambiare il saluto del cristiano inchinandosi davanti a lui. E' bene perciò salutarlo per primo evitando così di rispondere in caso che l'Akum lo saluti per primo."
Il rabbino Kohana dice che quando un ebreo saluta un cristiano egli deve prima dire ""Pace al mio Signore" intendendo con ciò il suo rabbino. Infatti il Tosephoth dice: "Perchè il suo cuore si rivolgeva al suo rabbino."


 E' proibito vendere ai cristiani qualsiasi cosa che serva per il loro culto idolatrico.
"Non è permesso vendere acqua ad un Akum se si sa che verrà usata come acqua battesimale."
Neppure è concesso fare regali, fatta eccezione per gli Atei:
Nello Iore Dea (148,5) si dice:
"E' permesso inviare un regalo ad un Akum in uno dei loro giorni di festa se si sa che egli non crede negli idoli e che non rende loro nessun culto."
Maimonide dice la stessa cosa nello Hilkhoth Akum (IX,2):
"E' sbagliato anche inviare un regalo ad un Goi nei loro giorni di festa a meno che non si sia certi che egli non crede nel culto degli idoli cristiani, e non li serva."
Nello Iore dea (146,15) si legge:
"I loro idoli devono essere distrutti, o chiamati con nomi spregevoli."
Ibidem, (147,5):
"E' permesso deridere gli idoli, ed è proibito dire ad un Goi: Dio ti aiuti, oppure ti auguro di riuscire."
Il rabbino Bechai, spiegando il testo del Deuteronomio sull'odio verso l'idolatria, dice:
"Le Scritture insegnano di odiare gli idoli e di chiamarli con nomi ignominiosi. Perciò, se il nome di una chiesa è Bethgalia--"casa di magnificenza," essa dovrebbe essere chiamata Bethkaria - casa insignificante, porcile, latrina. Questa parola karia infatti, denota un luogo basso, un tugurio."
LA FESTA DI NATALE viene chiamata Nital, che indica sterminio.
Ogni cosa ha una ascesa, e poi una discesa, questa discesa può essere anche drastica, infatti il culmine delle persecuzioni durante il periodo del “Nuovo Ordine” nazista ha segnato dopo la sua sconfitta anche l’adempimento della promessa siglata dai protocolli dei saggi di Sion di una terra palestinese come patria degli ebrei. 
I tedeschi erano cristiani in maggioranza cattolici, ma non dobbiamo credere che i luterani fossero meno intransigenti con gli ebrei. Infatti Lutero era profondamente antiebraico. 
Molti sono gli episodi legati al Natale che sono narrati dai sopravvissuti ebrei  o che si possono scoprire tra i numerosi documenti meticolosamente archiviati dai nazisti. Uno in particolare narra di un episodio svoltosi nella città di nome Simferopol, capitale della Crimea, il comando dell’undicesima armata decide che le esecuzioni di ebrei debbano essere terminate prima di Natale. Di conseguenza l’Einsatzgruppe D, con l’aggiunta del personale militare,  utilizzando camion e benzina appartenenti all’esercito,  incrementa  le esecuzioni in tempo per permettere ai soldati di celebrare il Natale in una città senza ebrei senza Ebrei.
Pio XII fa accenno brevemente nel discorso di natale del 1942, come nel concistoro segreto del 2 giugno 1943 ha deplorato brevemente e in maniera generica e astratta, il destino di persone sventurate, perseguitate a motivo della razza.
La Chiesa Cattolica della rossa Bologna, più o meno energicamente, si è sempre schierata contro la politica razzista del fascismo; basti ricordare le due omelie pronunciate dal Cardinale G. B. Nasalli Rocca, Arcivescovo di Bologna, nel giorno del Natale del 1938 e nel giorno dell’Epifania del 1939. Nella prima omelia il Vescovo affermò che “gli uomini sono tutti una famiglia di Gesù Cristo che ne è il primogenito … Bando quindi a certe esotiche ed inconsulte ideologie ispirate ad un esagerato nazionalismo, che approdano a scavare abissi incolmabili … disconoscendo il vincolo naturale della comune origine da un’unica coppia primitiva … “
Dopo l’olocausto la puzza dei misfatti umani è salita fino al cielo, e finalmente gli ebrei hanno avuto una loro terra. Oggi Ebrei e cristiani, non essendo più contigui hanno quindi deposto le armi e si sono trovati un nemico comune, che dopo secoli di debolezza e divisione, grazie al cordone sanitario mondiale organizzato dalle potenze europee per la cura e prevenzione delle malattie ha ripreso forza demografica e potere economico, l’islam.
Nei territori mediorientali i cristiani che nelle varie epoche hanno subito delle blande persecuzioni che ha anche consentito loro di crescere e economicamente e demograficamente, godendo dello stato privilegiato di gente del Libro, dopo la metà del secolo scorso  sono trovati schiacciati dal mare mussulmano in crescita esponenziale, e soprattutto sono diventati il bersaglio delle vendette e rivendicazioni di popoli oppressi dallo strapotere economico delle potenze coloniali. Essi sono stati erroneamente considerati complici dell’imperialismo, ma se in minima misura una pur esigua base di verità può esserci,  in realtà non lo sono stati più di quei mussulmani che dominando crudelmente quelle terre hanno sfruttato a braccetto col potere mondiale i loro popoli spingendoli ad un odio contro i cristiani al solo scopo di puntare il dito contro nemici esterni e non far vedere la realtà delle cose ovvero che i nemici peggiori erano e sono in casa. Noi dalla storia sappiamo bene che l’imperialismo non ha mai protetto o fatto nulla per i cristiani massacrati e perseguitati in tutte le zone. Il Sudan ne è un esempio, ogni azione è stata dettata solo da fini economici. 
Mai come in questo periodo in quelle terre essere cristiano significa trovarsi esposto a pericoli e oppressioni e a Natale, quando la cristianità è in festa grande  si verificano i maggiori episodi di violenza e discriminazione.
Alcuni esempi ne specificheranno meglio l’entità: il 24 dicembre 2001 Sharon e il governo israeliano non da il permesso ad Arafat di partecipare alla messa di Natale a Betlemme. Sharon commenta la decisione: "Che si occupi della lotta al terrorismo con più durezza. 

In un suo resoconto giornalistico, il quotidiano “Avvenire” (27 dicembre 2005) ha descritto come i cristiani passano il Natale nel l’islamica dell’Arabia Saudita.
“Mentre da noi cattolici compiacenti si preoccupano di abolire canti natalizi o presepi nelle scuole e nei luoghi di lavoro per non urtare la sensibilità musulmana, nella “terra del profeta” ogni manifestazione di festa cristiana è rigorosamente vietata, anche in privato. Vietato celebrare funzioni natalizie; vietati la produzione, il commercio e la consegna di pacchi che contengano segni cristiani o anche solo la scritta di “Buon Natale”; vietato esporre o anche solo tenere alberi, candele e altri addobbi natalizi; vietato lo scambiarsi auguri, anche per telefono. 
A mantenere questi divieti e a punire i trasgressori ci pensano, a livello ufficiale, la polizia statale, ma anche e soprattutto, a livello ufficioso, la polizia religiosa, ossia i temibili mutawa’in, che hanno cura di segnalare, sul loro sito internet, un lungo elenco degli oggetti cristiani vietati. 
Nel dicembre di ogni anno, il ministero degli Interni saudita ammonisce i cristiani a non festeggiare il Natale, e invita i fedeli di Allah a denunciare i temerari che disobbediscono al divieto. Due anni fa, la polizia religiosa ha fatto irruzione a Yambu, in una scuola privata per bambini occidentali di lingua inglese, per impedire una festa natalizia. Per i musulmani, il “profeta Gesù” ha valore solo in quanto viene citato nel Corano, ma non ha nulla a che fare col Cristianesimo; i Vangeli non hanno alcun valore religioso, anzi sono una falsificazione operata dai cristiani per giustificare le loro Chiese; perché mai quindi celebrare una falsa natività? 
E così, i 600.000 cristiani del Paese sono costretti a commemorare il Natale nel segreto delle loro case, dopo aver chiuso le finestre e aver creato un’atmosfera da coprifuoco, stando ben attenti alle spie e rischiando la prigione. La Santa Messa può essere celebrata solo a Riad, nelle sedi di alcune Ambasciate di Paesi occidentali, da sacerdoti che vengono fatti passare per funzionari diplomatici.” 
Kano (Nigeria), 25 dicembre 2010 - I fondamentalisti islamici hanno ucciso sei persone e incendiato una chiesa. L'aggressione è avvenuta nel nord a maggioranza musulmano della Nigeria la sera della vigilia di Natale. Lo ha dichiarato un portavoce dell’esercito nigeriano.
Per natale del 2008 i movimenti nazionalisti Indù  hanno minacciato uno sciopero generale per il 25 dicembre per ostacolare i festeggiamenti del Natale nello stato federale di Orissa in India. L’hanno prima avevano assaltato numerose case e villaggi abitate da cristiani, incendiandole e portando ovunque violenza e distruzione. I Cristiani minacciati dai movimenti hindu radicali sono in primo luogo indigeni Adivasi che insieme ai Dalit ("intoccabili") occupano gli ultimi gradini nel sistema delle caste indiano. Durante le violenze scatenate dagli hindu radicali sono state uccise 60 persone di credo cristiano, 18.000 sono stati feriti, 53.000 persone sono state costrette a fuggire da complessivamente 315 villaggi e almeno 4.640 case e 151 chiese sono state distrutte e date alle fiamme. Dai pogrom sono stati risparmiati solo coloro che hanno deciso di convertirsi all'induismo. 
Dalle nostre parti, in reazione alla grande percentuale di immigrazione islamica, vista da qualcuno come minaccia alla cristianità e alla società occidentale, La lega Nord a caccia di consensi basati sull’egotismo e economia ha cavalcato si da subito quest’onda. Una delle tante iniziative ridicole messe su è il “Natale bianco”. L’operazione, a detta del sindaco ideatore, era mirata a censire gli stranieri di Coccaglio (paesino di 3000 abitanti) e a denunciare i clandestini alla questura. Ricorda molto il Natale senza ebrei di marca nazista.
Questo indica che anche nel 2011 l’animo umano è sempre lo stesso e che le divisioni imposte ai governi come quelle di sesso razza e religione nonostante le diverse costituzioni proclamino l’uguaglianza essa nei fatti non viene praticata. Le religioni tutte hanno per la loro antichità conservato norme che prevedono la discriminazione, che gruppi integralisti possono sempre utilizzare per i loro scopi.

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